Saturday, October 25, 2008

notte

e la notte dovrebbe portar consiglio (ma non lo fa), quando si esce nel freddo ottobrino con meta non ben precisata per fare cose (giro dei pub, con meta finale il locale da sballo più in voga del paese)e veder gente (uscita al buio tranne per due conosciuti).
Dovrebbe disspare l'ansia di uscire nel caos locale, per strade battute da branchi di esseri mezzi barcollanti e, probabilmente, con in corpo solo una quantità infinitesima di alcool di quanta sarà da qui a quando nox atra cava circumvolera ala, diciamo al passaggio dell'ora legale, quando le strade diverranno teatro di barbari tentativi di trovare sollievo sui marciapiedi freddi e duri, ai vortici che attanagliano gli stomaci in tempesta. Allora si, le verticalità diverranno davvero orizzontali, dopo tanto barcollamento, persone si riverseseranno carponi negli angoli, per purgarsi dell'ingordigia con cui hanno sedato le loro pene. Pene di amor perduto, pene di lasciate perse, pene di incontri mancati e di noia soffocata, o di stati ilari ricercati per sfidare la monotona realtà. E si attende come nel sabato del villaggio, con la consapevolezza che l'attimo dell'attesa è il più vivo di tutto l'insieme degli attimi che seguiranno, una volta che l'incontro sarà compiuto, il luogo visitato-i passi affrettati sulle pedane- il sudore avrà inumidito le vesti, il fragore sarà bellech'entrato nei timpani e l'entusiasmo avrà ceduto il passo al sonno...

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